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Come ridurre l’infiammazione?

Non è molto frequente sentir parlare della correlazione tra celiachia e infiammazione basale del corpo.

In effetti, specie per i neo-diagnosticati, può risultare già piuttosto oneroso divincolarsi tra confezioni, etichette e menù differenziati. Aggiungerci anche la necessità di concentrarsi ulteriormente sulla scelta dei singoli prodotti a volte è davvero troppo.

 Ad eccezione della capacità di gestire il glutine, però, l’organismo dei celiaci funziona esattamente come quello dei soggetti non patologici. Per questo, sarebbe opportuno fare sempre più attenzione a ciò di cui ci cibiamo.

E questo cosa significa?

Facciamo un passo indietro.

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS, anche detta IBD) colpisce dal 10% al 15% della popolazione in Occidente. Alcuni dei suoi sintomi sono comuni a quelli del morbo celiaco ma le cause del suo manifestarsi sono ben diverse.

In entrambi i casi, tuttavia, esiste ed è presente un’infiammazione dell’intestino che porta con sé una serie di effetti da non sottovalutare.

Nel caso dell’IBS si tratta di un’infiammazione low-grade così chiamata, ossia un quadro in cui il microbiota intestinale risulta alterato da una condizione non acuta e temporanea, che permane quindi per un importante lasso di tempo.

È ciò che accade quando si fa abuso di antibiotici o antiacidi gastrici, si è stati sottoposti ad interventi chirurgici del tratto digerente con decorsi post-operativi piuttosto lunghi. Negli ultimi anni, tuttavia, un ulteriore fattore sta portando a sviluppare questa sindrome: la dieta sbilanciata, poco varia e ricca di additivi.

Molti studiosi si sono interrogati su quali siano le motivazioni alla base dell’infiammazione del microbiota, andando ad indagare gli effetti di varie sostanze sui disordini dell’organismo.

Okay, ma questa informazione perché è utile nel caso di celiachia?

Alcune tra le principali sostanze oggetto di studi da parte dei ricercatori sono enormemente frequenti nelle preparazioni gluten free dedicate ai celiaci. Si tratta di emulsionanti, addensanti, dolcificanti, polioli.

Non diteci che non li avete mai visti indicati nella lista degli ingredienti a scaffale.

Come nel caso dell’IBS, il problema deriva essenzialmente dall’abuso di queste sostanze all’interno della propria dieta. Nel caso di soggetto non affetto da celiachia, però, le alternative sane sono molteplici. In tal modo un individuo può ridurre autonomamente l’ingestione di queste molecole dannose a lungo termine; il celiaco, invece, dispone ancora di troppa poca scelta per limitare l’infiammazione low-grade del proprio organismo.

Cosa fare, quindi, per limitare l’infiammazione?

Preferire alimenti naturalmente privi di glutine è il primo passo verso la propria salute. Leggere con attenzione e cognizione di causa la lista ingredienti delle preparazioni a scaffale è la seconda.

Scopriamo quali sono alcune delle sostanze da limitare e le conseguenze ad esse attribuite nell’articolo “Pareri scientifici e sostanze che producono infiammazione”.

Le informazioni che trovi in questo articolo provengono da fonti certe e scientifiche.

In particolare: ISS Istituto Superiore di Sanità, EFSA Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare, AACR Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro, Rivista Internazionale di Ricerca Ambientale e Salute Pubblica.

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