Il periodo dopo la diagnosi è spesso complesso. Ci si deve abituare alla dieta priva di glutine, alle regole per evitare le contaminazioni, alla gestione della malattia in tutte le sue sfumature.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che i controlli non si esauriscono una volta ricevuta la diagnosi. È previsto, infatti, un percorso specifico, definito “Protocollo per la Diagnosi e il Follow up della celiachia”, che andrebbe rispettato per monitorare periodicamente l’andamento della malattia e l’eventuale insorgenza di patologie correlate (la possibile comparsa di patologie autoimmuni associate e di alterazioni metaboliche ed aumento ponderale, nonché celiachia refrattaria, digiunoileite ulcerativa, sprue collagenosica, linfoma intestinale, adenocarcinoma dell’intestino tenue) che, seppur rare, presentano una prognosi altamente sfavorevole.
Ma cosa prevede questo protocollo?
Di seguito riassumiamo le indicazioni.
La prima visita di controllo dovrebbe essere fissata entro 6-12 mesi dalla diagnosi. Durante la visita, lo specialista verifica il rispetto della dieta senza glutine, la comparsa di eventuali alterazioni metaboliche secondarie, l’eventuale sviluppo di patologie autoimmuni associate e di complicanze neoplastiche o non neoplastiche (questi ultimi soprattutto nei casi diagnosticati in età avanzata).
Successivamente, sono previsti controlli ogni 1 o 2 anni, secondo necessità.
Durante la visita, lo specialista valuta gli esami sierologici ed ematici. Al primo controllo vengono eseguiti: IgA o IgG in base ai deficit iniziali dell’analisi, TSH reflex, emocromo, glucosio, ALT, ferritina, folato.
Non vengono considerati gli anticorpi anti endomisio (Ema), in quanto non trovano nel follow up alcuna indicazione.
Per quanto riguarda il TSH, occorre specificare che si possono identificare casi diversi, in base al dosaggio TSH e agli anticorpi TPO alla diagnosi.
- Se entrambi risultano nella norma, allora si può ripetere l’esame ogni 3 anni
- Se entrambi risultano alterati, si è in presenza di una tireopatia autoimmune (con conseguente percorso da patologia in esenzione)
- Se uno solo dei due risulta alterato, occorre appoggiarsi ad un endocrinologo per valutare la presenza o meno della tireopatia autoimmune di cui sopra.
In età pediatrica, gli esami ematici di cui sopra, associati alla sierologia per la celiachia, vengono ripetuti ogni 12 mesi.
Negli altri casi, gli esami sierologici vengono effettuati ogni 6 mesi fino alla negativizzazione e successivamente una volta l’anno, unitamente a quelli ematici.
La valutazione del metabolismo del ferro (sideremia e ferritinemia) e la folatemia vanno ripetuti solamente in caso di valori di emoglobinemia e/o volume globulare medio alterati, fino alla normalizzazione.
Altri esami ematici vengono eventualmente prescritti dal medico in casi particolari, così come ulteriori esami strumentali e specialistici.
Di routine è invece la densitometria ossea, da svolgere dopo 18 mesi dalla diagnosi e di dieta priva di glutine. Questo esame andrà ripetuto secondo indicazione del proprio curante, generalmente solo in caso di situazione patologica o in presenza di specifiche indicazioni cliniche.
E la biopsia?
Nel celiaco a dieta aglutinata, la biopsia duodenale va ripetuta solamente in caso di persistenza dei sintomi ed alterazioni quali anemia e alterazione dell’assetto marziale (una proteina il cui livello da indicazioni circa le condizioni infiammatorie del corpo). In ogni caso, non va eseguita prima che siano trascorsi 12 mesi dall’inizio della dieta priva di glutine.
Oltre al follow up, cosa consigliano le linee guida?
Nulla. Anzi, a dire il vero in Gazzetta Ufficiale appare una lista di azioni che indicano cosa non va fatto.
- Seguire una dieta priva di glutine ‘per prova’;
- Utilizzare il dosaggio degli anticorpi antigliadina nativa (AGA) come base per diagnosticare la celiachia;
- Ripetere troppo presto gli esami di cui sopra, in particolare l’analisi per il dosaggio degli anti-tTG durante il follow up;
- Esegui9re una valutazione mineralometrica (DEXA) al momento della diagnosi e durante il follow up nei bambini celiaci;
- Sospettare la celiachia per sintomi acuti, anafilattici, anche gastrointestinali, che appaiono in stretta relazione temporale con l’assunzione del glutine.
Le informazioni che trovi in questo articolo provengono da fonti certe e scientifiche.
In particolare: GU n.191 19/8/2015, Ministero della Salute, AIC Associazione Italiana Celiachia.